Le famiglie allargate, anche se quantitativamente meno diffuse, sono sempre più comuni nella società contemporanea. Si parla di famiglie allargate in presenza di figli di uno solo dei conviventi, quando i coniugi sono divorziati da altri matrimoni e poi risposati, in presenza di fratellastri e sorellastre ecc. Per questo motivo i rapporti di successione in una famiglia allargata sono più complessi. La legge italiana prevede delle precise disposizioni in materia di successione, a cui le famiglie allargate devono attenersi. Le domande più comuni alle quali rispondere in queste situazioni sono:
- Come si divide l’eredità in caso di genitori separati o risposati?
- Quali sono i diritti dei fratellastri e dei nipoti?
Per cercare di individuare bene il problema esploreremo le leggi e le normative italiane in merito alle famiglie allargate ed eredità, fornendo utili spiegazioni e indicazioni per chi si trova in queste situazioni complesse.
Cosa si intende per famiglia allargata
La famiglia allargata è meno diffusa in Italia rispetto alle famiglie mononucleari. Il termine allargata si riferisce a un’unità familiare che include non solo i membri della famiglia nucleare, ma anche altre persone che condividono una stretta relazione con almeno uno dei membri della famiglia. In altre parole, una famiglia allargata è una rete di relazioni familiari che va oltre la famiglia immediata e include persone che si sentono vicine e coinvolte nella vita della famiglia. Le famiglie allargate sono diventate sempre più comuni negli ultimi anni, a causa di una serie di fattori, tra cui:
- l’aumento del divorzio;
- la crescita della migrazione;
- il cambiamento dei modelli familiari.
Ciò significa che sempre più famiglie si trovano a navigare le dinamiche complesse di relazioni familiari che si estendono oltre il nucleo familiare tradizionale.
In base alla legge italiana, la famiglia allargata non ha alcun riconoscimento legale specifico; tuttavia, ci sono alcune norme che possono essere applicate per risolvere le questioni legali che coinvolgono i membri della famiglia allargata. Ad esempio, in caso di una successione ereditaria, i membri della famiglia allargata hanno anche loro diritto alla successione, ma spesso solo per una quota dell’eredità determinata dalle loro relazioni con il defunto e dai legami con il resto dei familiari
In definitiva, la famiglia allargata è una realtà e il fatto che sia costituita da una rete di relazioni che si estende al di là dei legami di sangue, condizionano – dice l’Avvocato Anna Sagone, esperta di successione ereditaria – i rapporti giuridici patrimoniali a seconda del rapporto di parentela che lega individualmente ogni singolo componente al resto della famiglia.
Ecco chi sono gli eredi legittimi in una famiglia allargata
In una famiglia allargata, ovvero quella composta non solo dai figli biologici ma anche da partner acquisiti, figliastri, nipoti e altri parenti, la successione ereditaria può per questo motivo diventare un po’ più complicata rispetto a quella di una famiglia tradizionale. In genere, gli eredi legittimi sono i figli nati o adottati dal defunto, ma in una famiglia allargata possono esserci altre persone che potrebbero avere diritto ad una quota dell’eredità.
In base alla legge italiana, gli eredi legittimi sono suddivisi in quattro categorie:
- il coniuge;
- i figli;
- i genitori;
- i fratelli;
- i nonni.
Se il defunto ha dei figli, questi sono gli eredi principali e divideranno l’eredità in parti uguali. Se invece il defunto non ha figli ma ha genitori ancora in vita, l’eredità andrà in pari parte ai genitori. Nel caso in cui il defunto non abbia figli né genitori, gli eredi legittimi saranno i fratelli (o i loro discendenti) oppure i nonni (o i loro figli, cioè gli zii).
Nel contesto di una famiglia allargata gli eredi legittimi potrebbero essere anche i figliastri, cioè i figli del partner acquisito. Tuttavia, in questo caso, la legge non prevede automaticamente il diritto alla quota paritaria dell’eredità: in particolare i figliastri diventano eredi a pieno titolo solo se il defunto ha lasciato un testamento o se il partner acquisito del defunto ha adottato legalmente i figli nati dal suo precedente matrimonio. Chiaramente le cose si fanno ancora più complicate nel caso, ad esempio, di zii senza figli, cui l’eredità va divisa tra fratellastri. Lo stesso vale per altre persone che non sono parenti stretti del defunto.
Le quote ereditarie legittime riconosciute per legge
Le quote ereditarie legittime, così come le quote delle tasse di successione su immobili e conti correnti, sono determinate dalla Legge italiana. Rappresentano la porzione di eredità a cui un determinato erede ha diritto in base al grado di parentela con il defunto, sulle quali paga le tasse. Normalmente la legge prevede che gli eredi legittimi siano il coniuge, i figli e i genitori del defunto, che hanno diritto rispettivamente a 1/2, 1/2 e 1/3 dell’eredità.
Nel caso in cui uno dei figli del defunto non sia più in vita, la sua quota di eredità andrà ai suoi figli (cioè i nipoti del defunto), divisi in parti uguali tra di loro. Inoltre, nella quota di eredità spettante ai figli, vi è un’ulteriore distinzione tra i figli “legittimi” (ovvero nati dal matrimonio) e i figli “naturali” o “adottivi”, i quali hanno comunque diritto alla stessa quota di eredità dei figli legittimi, ma solo se sono stati riconosciuti o adottati legalmente.
In caso di mancanza di eredi legittimi, l’eredità passa ai parenti entro il quarto grado di parentela (ad esempio, cugini) e, in mancanza di questi, allo Stato.
È importante precisare che gli eredi non possono decidere autonomamente come spartirsi l’eredità, ma devono rispettare le quote ereditarie legittime previste dalla Legge. Tuttavia, è possibile effettuare la cosiddetta “liberalità”, ovvero donare una parte dell’eredità a una persona diversa dagli eredi legittimi, ma solo dopo aver rispettato le quote ereditarie previste dalla Legge. In pratica, le quote ereditarie legittime rappresentano la porzione di eredità spettante per legge agli eredi legittimi e seguono precise regole del diritto successorio, spesso non chiarissime.
Fratelli e fratellastri. Figli di uno solo dei coniugi
Quando si parla di famiglie allargate ed eredità, spesso ci si trova di fronte alla presenza di fratelli e fratellastri, figli di uno solo dei coniugi. In questo caso, la Legge italiana prevede che tutti i figli, indipendentemente dalla loro provenienza, abbiano gli stessi diritti nell’ambito dell’eredità.
Ciò significa che, in caso di decesso di uno dei coniugi, i figli fratellastri tra loro avranno diritto alla stessa quota di eredità del genitore defunto, a meno che non ci sia un testamento che preveda diversamente. In questo caso, sarà il testamento a stabilire come verrà divisa l’eredità tra i vari beneficiari.
In ogni caso, la presenza di fratellastri può rendere più complesso il processo di individuazione delle quote ereditarie, specie quando non esiste un accordo tra i vari beneficiari e se il matrimonio tra i rispettivi genitori è avvenuto in comunione dei beni. Infatti, in caso di morte di uno dei coniugi in regime di comunione di beni, anche il coniuge superstite entra come i figli nella quota ereditaria, mentre il figlio di uno solo dei genitori solo per la parte del suo genitore. In questi casi, è spesso necessario far ricorso ad avvocati e consulenti legali per risolvere eventuali controversie o problemi. In conclusione, è importante tenere presente che in una famiglia composta da fratellastri le norme garantiscono a tutti i figli la linea di successione nell’asse ereditario, ma una situazione del genere può rendere molto più complesso, incerto e faticoso il processo di divisione dei beni.