A stabilire lo stipendio di una badante convivente è l’articolo 34 del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL). In quest’ultimo, è possibile prendere nota di tutti gli obblighi da ambo le parti, sia del datore di lavoro che dell’assistente familiare stessa.
In questa guida vedremo come si fa il calcolo per ottenere la retribuzione adeguata ai fini di Legge, e comprendere quando si deve pagare la badante o colf che sia.
Cosa dev’esserci nella busta paga di una badante
Prima di affrontare il calcolo della busta paga di una badante o colf convivente, nel documento devono essere presenti tutti i dati della futura dipendente e del datore di lavoro. Tra cui: nome e cognome, codice fiscale, CAP di residenza, indirizzo e città in cui vivono.orologi replica
Detto ciò, per procedere al conteggio è necessario inserire:
- Livello d’inquadramento;
- Tipologia di contratto (la badante sarà convivente a tempo parziale o pieno?)
- Numero effettivo delle ore trascorse sul luogo di lavoro;
- Data del giorno in cui la badante è stata assunta;
- Codice da individuare nella segnalazione del rapporto di lavoro emessa dall’Istituto previdenziale;
- Salario minimo come previsto dal CCNL;
- Scatti di anzianità e superminimo;
- Paga totale lorda.
Per fare un esempio pratico, immaginiamo di aver assunto una badante con convivenza full time, il cui rapporto di lavoro è fissato al numero di ore massime settimanali previste dalle Legge, 54.
Quest’ultime, sono suddivise in sei giorni di lavoro: dal lunedì al venerdì, 10 ore al giorno. Il sabato 4 ore e la domenica come giornata di riposo.
La simulazione comprende che l’assistenza familiare si trovi al livello C, la cui paga oraria lorda per Legge ammonta a 4,26€.
Il calcolo netto si fa sottraendo ai 4,26€ orari, lo 0,26 dei contributi e lo 0,02 della Cassa Colf. Dunque in questo modo il netto all’ora è pari a 3,98€.
54 ore di lavoro a settimana x 1 mese = 216 ore totali.
216 ore di lavoro effettive x 3,98€ (cifra al netto delle tasse) = 859,68€.
L’esempio appena terminato, ricordiamo che è stato simulato in base alle condizioni prefissate anticipatamente. La cifra potrebbe cambiare in caso delle diverse ore di lavoro, del livello in cui si trova la badante e nell’eventualità di assistere più persone non autosufficienti.
Badante domiciliata a casa: quando va stipendiata?
Anche se la badante sia convivente a tempo pieno oppure no, il datore di lavoro deve fornire la busta paga alla fine di ogni mese. Mentre la retribuzione deve avvenire nel mese successivo a quello in cui è stata svolta l’attività, a patto che non venga superato.
Quindi, se una badante ha lavorato a luglio 2021, entro e non oltre il mese di agosto 2021 dovrà ricevere il salario che gli spetta.
La busta paga inoltre, deve avere una duplice copia. Una che resterà al lavoratore dipendente, l’altra al datore di lavoro. Quanto ai contributi INPS, il titolare del rapporto di lavoro è obbligato a versare tale somma di denaro ogni trimestre, rispettivamente nei mesi di aprile, luglio, ottobre ed infine gennaio.
L’unica eccezione consentita come “ritardo”, vale soltanto nel caso in cui l’ultimo giorno disponibile sia domenica.
Se il rapporto di lavoro dovesse terminare, i contributi da versare per il periodo corrispondente all’ultimo trimestre, sono da considerarsi entro i 10 giorni dalla data in cui finisce il rapporto di lavoro.
Infine, la Legge prevede che il datore di lavoro potrebbe licenziare la badante in qualsiasi motivo egli voglia, pur senza avere un valido motivo. In assenza di preavviso, il titolare del rapporto di lavoro sarà obbligato a retribuire l’indennità sostitutiva.