Assunzioni nel pubblico e nel privato, cosa c’è da sapere  

Il lavoro viene riconosciuto come il primo principio fondamentale della Repubblica Italiana con la Costituzione del 1948. L’Articolo 1 recita che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Questo perché? Perché ogni individuo, di ambo i sessi, deve contribuire giorno per giorno alla costruzione della società. Ogni soggetto appartenente alla collettività può e deve contribuire a questa costruzione tramite le proprie possibilità.

Colleghiamoci così all’Art. 4 della Costituzione Italiana in cui si “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”, come? Attraverso, appunto, le proprie capacità, messe in campo durante lo svolgimento di un impiego lavorativo o di una attività; questo deve essere finalizzato al “progresso materiale o spirituale della società”.

Con l’Art. 35, “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori”. Innanzitutto, viene tutelato ogni tipo di lavoro perché il fine deve essere proprio quello di appagare l’individuo sociale affinché possa esprimere al meglio se stesso. Un lavoratore che si sente appagato e tutelato lavorerà meglio ed un buon lavoro contribuirà a costruire una società migliore.

Ci sono diversi tipi di lavori, possiamo suddividerli in 2 categorie: quella pubblica e quella privata. Il pubblico e il privato sono enti di natura giuridica, regolati da delle leggi apposite. Si differenziano sotto alcuni aspetti. Vediamoli insieme.

Ente di natura giuridica pubblica

L’ente pubblico offre un servizio al pubblico, quindi l’obiettivo non è quello di conseguire l’utile. Nel bilancio annuale finale, si dovrà avere un pareggio tra entrate e uscite. Ci sono diversi datori di lavori per chi fa parte del pubblico impiego: un Ente statale come le istituzioni scolastiche, i Ministeri, forze armate, prefetture; un Ente locale come i Comuni, Consorzi e Comunità montane, le Province, le Regioni, le ASL; un Ente pubblico nazionale e territoriale come l’INPS, Monopoli, Camere di commercio, etc.

Assunzione nel pubblico

La normativa prevede che l’accesso al pubblico avvenga tramite concorsi, si può avere un quadro generale dei diversi bandi e concorsi su https://www.subito.news/concorsi-esami/; oppure, in base al decreto legislativo n. 165/2001, tramite centri per l’impiego, per qualifiche che, come requisito di accesso, richiedano l’aver frequentato la scuola dell’obbligo, che in Italia corrisponde a 10 anni di istruzione, quindi dai 6 ai 16 anni; tramite contratti flessibili oppure tramite contratti per persone appartenenti alle Categorie Protette.

Contratti nella Pubblica Amministrazione

In primo luogo chiariamo cos’è la Pubblica Amministrazione (Pa). La categoria lavorativa denominata “pubblico impiego” include tutti i lavori svolti all’interno della Pubblica Amministrazione, ovvero verso tutti gli enti che erogano dei servizi al pubblico. Per poter lavorare in quest’ambito, i requisiti fondamentali sono l’essere maggiorenni, cittadini italiani o appartenenti all’Unione Europea.

Si può essere assunti nella Pa tramite contratto individuale di lavoro flessibile. Ed in questo caso le Pubbliche Amministrazioni possono assumere le figure richieste per esigenze temporanee secondo le seguenti forme contrattuali: con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato; con quello di somministrazione a tempo determinato oppure tramite contratti di formazione.

Inoltre, è anche possibile aprire un rapporto collaborativo con le Pa se si è lavoratori autonomi possessori di P.IVA. In questi casi specifici, l’importante è stabilire, ancor prima di iniziare la cooperazione, la durata, il luogo, l’oggetto e il compenso della collaborazione.

Il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, secondo la Legge di Bilancio del 2021, ha previsto un aumento della mensilità; il riordino degli inquadramenti professionali; l’inserimento di nuove figure professionali; l’inserimento delle voci accessorie legate allo stipendio.

Ente di natura giuridica privata

L’ente privato offre un servizio, quindi consegue l’utile. Lo scopo è quello di “avere un tornaconto personale” quindi, l’obiettivo a fine anno, durante il bilancio, è quello di avere l’importo dei costi minore rispetto a quello dei ricavi. L’ente, se pur privato, non esclude che possa offrire un servizio pubblico; in questo caso, l’obiettivo cambierà e sarà simile a quello dell’ente pubblico.

Assunzione nel privato

Nei rapporti di lavoro in ambito privato, chi decide è il datore di lavoro che è libero di stabilire i propri criteri di selezione per scegliere la figura professionale da inserire all’interno, ad esempio, della propria azienda. Può anche definire i canali di ricerca di queste figure.

Quindi, non è soggetto ad alcun tipo di obbligo se non quello del divieto di discriminazione, secondo l’Art. 3 della Costituzione in cui “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

I lavoratori, all’interno del settore privato, sono chiamati direttamente e nominalmente dal datore di lavoro oppure possono essere selezionati dopo aver superato un concorso. Quindi, la scelta è rimandata esclusivamente al datore di lavoro, o chi per lui incaricato, e questa figura sceglierà l’individuo più adatto a ricoprire la carica scoperta o le mansioni richieste.