Come aprire una partita IVA: tutto quello che c’è da sapere
Qualunque libero professionista che intenda aprire un’attività ha bisogno di un certificato di attribuzione partita IVA. Ma cosa comporta aprire una partita IVA e come fare ad ottenerne una?
Per chi non lo sapesse, una partita IVA non è altro che un codice numerico attribuito ad una data società. Questo codice accerta l’esistenza di una ditta, alla quale ovviamente verranno fatti corrispondere degli obblighi fiscali.
Qualunque professionista che superi i 5000 euro annui ha l’obbligo di aprire una partita IVA.
Averne una, ad ogni modo, vuol dire anche avere l’opportunità di crescere come attività e farsi riconoscere dai collaboratori come un’impresa affermata e affidabile.
Cosa bisogna fare, dunque, per ottenere il certificato di attribuzione partita Iva?
Di seguito, una guida di approfondimento.
Come richiedere la partita Iva
Per aprire una partita Iva occorre richiederne l’attribuzione attraverso un modulo da riconsegnare all’Agenzia delle Entrate. Il modulo in questione è conosciuto come modello AA9/7 per le ditte individuali e lavoratori autonomi oppure come modello AA7/7 per le società.
Il documento va ovviamente richiesto all’Agenzia dell’Entrate oppure scaricato presso il portale dell’ente. La restituzione può quindi avvenire sempre online oppure di persona presso gli uffici dell’ente. È possibile anche consegnare la domanda tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Bisogna inoltre precisare che la partita IVA ordinaria necessita di un pagamento annuale dell’IRPEF e IRAP.
Che cos’è il certificato di attribuzione partita Iva
Il lavoratore indipendente potrà ritenere valida la sua partita Iva al momento del rilascio del certificato di attribuzione partita IVA. Questo documento serve proprio a certificare il possesso del codice attribuito alla ditta o alla società e riporta – oltre alla sequenza numerica – anche i dati anagrafici dei soci, quelli della ditta, il codice fiscale dell’azienda e la sede legale.
Il rilascio del certificato è necessario per diverse ragioni. Esso infatti torna utile per la sottoscrizione di mutui, per la richiesta di finanziamenti o per la compilazione della dichiarazione dei redditi.
Come ottenere il certificato di Partita Iva
Il certificato di attribuzione partita IVA va richiesto sul sito dell’Agenzia delle Entrate, al quale va riconsegnato il modulo compilato e la fotocopia del documento di riconoscimento. Il documento può essere richiesto unicamente dal titolare della partita Iva o, in alternativa, dal rappresentante legale.
È possibile spedire la domanda anche attraverso servizio postale.
Partita Iva: quanto costa aprirne una?
Aprire una partita IVA non prevede alcun costo. Tenerla attiva, invece, vuol dire dover affrontare delle spesse, che vengono fatte dipendere anche dal regime. Una partita Iva con regime di contabilità ordinaria, ad esempio, deve poter contare su guadagni alti, così da non incontrare difficoltà legate alle spese di mantenimento. Il titolare della partita che iscrive la propria attività alla Camera di Commercio, dovrà corrispondere una quota annuale di circa 100 euro. A questa prima spesa va poi sommata quella del commercialista e quella dei contributi INPS. Diversa, tuttavia, è la situazione per una partita Iva con regime forfettario. Di che cosa si parla?
Partita IVA con regime forfettario
La partita Iva con regime forfettario è una soluzione che si configura con le esigenze di tutte quelle attività con guadagni che non superano i 65.000 euro annui. Per questa è prevista non solo l’esenzione dall’IVA ma anche una tassazione ad aliquote ridotte al 15% e al 5% rispetto all’Irpef regolare. Tale agevolazione tutela l’attività solo durante i primi cinque anni di operato.
Quanto costa mantenere una partita Iva?
A proposito di costi, però, quali altre spese deve sostenere chi sceglie di aprire una partita Iva?
Ancora una volta bisogna ricondurre la discussione al regime adottato. Solitamente una partita Iva con regime forfettario può arrivare costare circa 800 euro annui esclusa l’IVA. Per il regime contabile semplificato il costo sale e può partire da un minimo di 900 euro annui fino ad arrivare a 5.000 euro.
Infine, per la partita IVA con regime contabile ordinario si parte dai 3.000 euro arrivando ad un tetto di circa 10.000 euro annui.
Tutto dipende molto anche dal commercialista a cui ci si affida. In generale però i costi sono quelli appena descritti.
Aprire una partita Iva: quando è una buona idea?
Aprire una partita Iva offre il vantaggio di consolidare l’operato della propria attività e di accrescerne così in positivo anche la reputazione. Molti professionisti, però, prima di fare il grande passo, temporeggiano. Questa comune titubanza nasce proprio dalla preoccupazione di non riuscire a mantenere i costi di gestione. Come fare quindi a sapere quando è il momento giusto per aprire una partita Iva?
In questi casi la cosa giusta da fare è affidarsi ai dati: se i guadagni superano i 5.000 euro annui aprire una partita IVA potrebbe essere l’occasione giusta per affermarsi. Se invece questi si tengono sotto questa soglia è forse il caso di aspettare.